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mercoledì 20 gennaio 2010

SPETTACOLI: AUTILIO, CONTRASTARE LEGGE QUADRO NAZIONALE


“Il convegno nazionale sullo spettacolo che si è concluso ieri a Potenza ha rappresentato una nuova tappa dell’impegno che ci vede lavorare da tempo su due fronti, in qualità di coordinatore della Commissione Beni e Attività Culturali della Conferenza delle Regioni per adeguare la proposta di legge quadro nazionale, e a livello regionale per rilanciare lo spettacolo dal vivo oltre a tutte le altre attività culturali attraverso una nuova normativa di legge regionale che adegui la precedente, fortemente datata, che risale al 1988”.
E’ quanto sostiene l’assessore regionale alla Formazione-Lavoro-Cultura Antonio Autilio.

Gli aspetti finanziari – ha detto ancora l’assessore – condizionano fortemente la nostra attività di programmazione, come quella di imprese, operatori del settore, compagnie di spettacolo, artisti e figure professionali legate al mondo dello spettacolo. Pur valutando positivamente l’accoglimento della proposta di istituzione del nuovo Fondo perequativo, sostenuta da più tempo in particolare dalle “più piccole” Regioni Molise e Basilicata, la conferma del Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo) e del Fondo per la Creatività – continua Autilio - appaiono in contrasto con le disposizioni di cui alla Legge 42/2009 “delega al Governo in materia di federalismo fiscale”.
L’assessore Autilio ha ulteriormente ribadito “la improponibile del ricorso ai fondi FAS per il finanziamento delle attività di spettacolo, come inizialmente prospettato nel PDL, secondo il metodo già sperimentato dal Governo di sottrarre risorse finanziarie destinate al Mezzogiorno, segnalando che le regioni, anche in presenza di un dietrofront sul punto da parte del Governo, saranno attente ad evitare che sull’argomento ci si ritorni con qualche eventuale colpo di mano.
Anche per questo – ha continuato Autilio – in mancanza di concertazione con il Ministro Bondi avremo solo una possibilità come Regioni di esprimere il nostro dissenso con il parere negativo alla proposta di legge sullo spettacolo dal vivo.
Sotto il profilo del metodo, va ribadito il mancato coinvolgimento delle Regioni nella elaborazione del testo del progetto di legge, tenuto conto della competenza concorrente alle stesse attribuita dal Titolo V della Costituzione in materia di spettacolo e riaffermata dalla Corte Costituzionale con le sentenze n. 255 e 256 del 2004 e n.285 del 2005. L’assetto istituzionale delle competenze previsto dal progetto di legge è altamente lesivo delle prerogative regionali in materia: vengono riproposti in sostanza l’attuale assetto delle competenze e la centralità dello Stato nella definizione e nella gestione degli interventi in ogni settore dello spettacolo; la ripartizione dei compiti tra Stato, Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane non è rispettosa delle competenze istituzionali; le Regioni vengono collocate sullo stesso piano delle Province e dei Comuni, senza il riconoscimento esplicito della loro potestà legislativa.
il progetto di legge nazionale pertanto risulta confuso nell’impianto complessivo, nell’indicazione delle materie delegate, nei compiti attribuiti alla Conferenza Unificata, che sembra assumere un ruolo tecnico più riferibile ad un organo amministrativo che politico, e nella gestione del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), i cui aspetti finanziari non vengono chiariti e che rimane in capo allo Stato senza alcuna ipotesi di delega nemmeno alla luce del federalismo fiscale.
Sul piano regionale, il ddl “Norme in materia di beni, attività culturali e spettacolo della Regione Basilicata”, trasmesso all’esame della competente commissione propedeutica alla conseguente valutazione da parte del Consiglio Regionale - spiega l’assessore Autilio – è determinato da una serie di elementi tra i quali l’evoluzione del quadro normativo nazionale e il progressivo cambiamento degli orientamenti in materia di Beni, Attività Culturali e Spettacolo, la modifica della Costituzione in senso federalista con la conseguente approvazione del Nuovo Codice dei Beni Culturali, in modo da pervenire alla definizione di un adeguato quadro normativo al fine di promuovere e valorizzare i caratteri di unicità e specificità che connotano la Basilicata, con l’obiettivo di stimolare la competizione ed il protagonismo dei territori in un’ottica di rete.
Tra le novità principali contenute nel ddl e alla base della regolamentazione del settore cultura l’esigenza di concentrare energie, mezzi e risorse su beni ed attività culturali che abbiano i caratteri della qualità, rilevanza e stabilità.
“L’impostazione unitaria ed organica data al ddl – sottolinea Autilio – implica uno specifico modello di governance delle relative politiche pubbliche regionali in termini sia di messa a sistema degli operatori pubblici e privati che di strumenti e procedure programmatiche da attivare. Il modello di governance proposto si ispira alla leale collaborazione e cooperazione tra enti ed istituzioni; alla sussidiarietà non solo di tipo “verticale” tra Regione, Province, Comunità Locali e Comuni ma anche di natura “orizzontale”, valorizzando l’apporto dei privati; alla programmazione pluriennale delle politiche regionali articolata per i diversi ambiti tematici di intervento; alla previsione di strumenti finanziari di intervento appropriati alle diverse tipologie di politiche pubbliche regionali”.
Con il ddl sono inoltre previsti la costituzione di un Osservatorio della Cultura e dello Spettacolo, l’adozione di Piani integrati regionali della cultura a proiezione triennale, la definizione di accordi di programmazione e cooperazione oltre che di progetti integrati intersettoriali e territoriali, l’istituzione nel bilancio regionale di un’apposita unità previsionale di base per il Piano Integrato Regionale della Cultura cui si lega la previsione di un Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo”.

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